Un repertorio di melodie tradizionali raccolte ad Albiano ed elaborate per coro.
Mie sorelle son le stelle è il titolo di una recente pubblicazione della Federazione dei Cori trentina, uscita non a caso in concomitanza con la riapertura post-Covid 19.
La gestazione dell’opera è stata infatti, comprensibilmente, di lunga durata, ma il periodo di clausura forzata ha in qualche modo favorito il rush finale che ha condotto al suo confezionamento ed alla sua comparsa in forma definitiva. Perché di un lavoro molto complesso si tratta: partito ormai nel 2017 su iniziativa di Giorgio Pisetta, forse inizialmente con intenti assai meno ambiziosi – si trattava di arricchire il repertorio del neonato coro Brocon ad Albiano, formazione nata con il dichiarato proposito di valorizzare e rivitalizzare i canti locali – si è via via sempre più articolato in una ricca raccolta di canti di varia genealogia e quindi, con la chiamata a collaborare di Sandro Filippi, nel prodotto finale costituito dalla trascrizione puntuale di tutto il repertorio riferito dalla signora Pia Filippi e dalle sue sorelle, affiancata da una serie di pregevoli elaborazioni destinate non solo al coro maschile, ma anche alle formazioni femminile, mista e di voci bianche. Se poi si aggiunge che la pubblicazione si è poi ulteriormente arricchita di una serie di saggi nonché di una selezione di fotografie, molte delle quali antiche e rare, di grande interesse, si comprende quindi che l’iter di gestazione dell’ultima nata nell’ormai folta prole di pubblicazioni della Fedcori sia stato lungo e tortuoso. Ma ne è valsa la pena. Innanzitutto il gruppo di lavoro, pur nella sua continua proliferazione, parallela all’aumento della complessità del lavoro, si è rivelato vincente e la collaborazione tra le sempre più numerose competenze ha funzionato: il prodotto finale è da considerare veramente «un evento politico-culturale di rilievo» per riprendere le parole di Giovanni Acciai, ed un prototipo, da cui l’editore non può più prescindere, perlomeno in occasione di pubblicazioni con intenti simili. L’idea di affiancare le linee melodiche, così come si registrano dalla viva voce degli informatori, alle relative elaborazioni, non è propriamente nuova, costituendo ormai lo standard normale. Ma questo lavoro ha almeno un paio di valori aggiunti: non si tratta dell’ennesima antologia miscellanea, ma di un repertorio proveniente prevalentemente dalla portentosa memoria di una signora ultranovantenne, una sorta di “canzoniere” non scritto, specchio fedele della selezione e della sedimentazione durata una vita di quanto questa signora ha ritenuto degno di essere ricordato – e tramandato. Inoltre vanno sottolineate l’accuratezza e la completezza dell’edizione, e, last but not least, la sua piacevolezza, frutto di una cura quasi maniacale di ogni dettaglio e di un costante, quotidiano confronto tra gli attori coinvolti. Non mi dilungo sul valore dell’operazione, rimandando a quanto scrive Giovanni Acciai nel suo saggio introduttivo ed invitando il lettore a prendere in mano la raccolta e, considerato il target di questa rivista, ad utilizzare il pregevole materiale, musicale e non, contenutovi. Mi auguro solo, a chiusura di queste brevi righe di commento, che l’uscita di questa pubblicazione, al di là del suo valore intrinseco, costituisca anche un atto simbolico ed un auspicio di rinascita per i nostri cori, costretti a una lunga inattività a causa della pandemia, ai quali le elaborazioni di quest’opera potranno fornire spunti di sicuro interesse.
Marina Giovannini
Per avere il volume intero rivolgersi alla Federazione cori del trentino o a Sandro Filippi.